Le cause della perdita dell’udito, un fattore fortemente invalidante che ha aumentato la sua diffusione in questi ultimi quarant’anni, possono essere dovute sia a fattori esogeni che a fattori endogeni. E tra questi ultimi “è possibile annoverare le infezioni virali, i problemi di microcircolazione, le patologie autoimmunitarie, le mutazioni genetiche e, a seguire, la rottura della membrana del labirinto, le malformazioni congenite dell’orecchio, l’ esposizione al rumore e ai farmaci, nonché alle sostanze ototossiche presenti negli ambienti di vita e di lavoro”. Il monitoraggio dei biomarcatori consente di quantificare l’esposizione a solventi neuro e/o ototossici, in termini di dose effettivamente assorbita e modulata dal metabolismo individuale. Ai biomarcatori di dose vengono aggiunti biomarcatori di effetto e di suscettibilità individuale al danno. I biomarcatori innovativi e prognostici, i microRNA, piccoli filamenti di acido ribonucleico, potrebbero risultare utili ad identificare le alterazioni nella risposta fisiologica a inquinanti e agenti tossici, al fine di tutelare la salute dei lavoratori esposti. I microRNA sono acidi nucleici di piccole dimensioni, questi non sono codificanti a singolo filamento, vengono conservati in diverse specie e sono presenti in diversi fluidi biologici, come: sangue, urina, saliva, liquido seminale, liquido amniotici. Risultano facili da isolare dai campioni dei soggetti esposti, e responsabili della regolazione dell’espressione genica.
Fonte: Inail , Punto sicuro