Investire nella digitalizzazione? Cresce la consapevolezza che gli investimenti nel sistema degli Acquisti diventa una necessità di fronte all’aumento dei volumi prodotti da modelli di business molto orientati all’esternalizzazione, distribuiti su catene di fornitura integrate a livello globale, con filiere obbligate a sviluppare con rapidità nuove strategie per ridurre i margini di rischio e aumentare la flessibilità. Le barriere all’innovazione cominciano a ridursi, anche in ambienti molto operativi, che, seppure già abituati all’uso aziendale di sistemi ERP gestionali o MRP per i processi produttivi, nell’adozione di strumenti informatici nuovi percepiscono costi immediati, problemi di organizzazione e di competenze, difficoltà a stimare il ritorno dell’investimento.
Il responsabile degli Acquisti al quale vengono assegnati gli obiettivi di riduzione dei costi, di standardizzazione dei processi e di snellimento operativo, deve individuare gli strumenti informatici da adottare e verificare che questi abbiano un impatto sostenibile e siano in grado di produrre i benefici attesi, quindi Il calcolo del ROI, Return of Investment, è una delle prime sfide.
Le esperienze maturate nel tempo dalla comunità del procurement sugli investimenti sono molto ricorrenti e standardizzate, permettono di stimare e monetizzare i benefici ottenibili, che possono entrare nel computo del ritorno degli investimenti, permettendo di confrontare i differenti costi di esercizio pre e post digitalizzazione, tenendo conto delle spese iniziali di setup, ristrutturazione e formazione e del carico di nuovi canoni mensili.
L’analisi della spesa è uno dei fattori di maggiore potenzialità per incidere sugli acquisti. La disponibilità di dati strutturati sugli ordini di acquisto permette alla piattaforma di classificare la spesa sostenuta: cosa è stato acquistato, con quale spesa, da quali fornitori, con quali risultati, con quale andamento nel tempo. Dashboard automatizzate aiutano il buyer a identificare punti critici, scostamenti e anomalie, e a riallineare le strategie di acquisto in caso di obiettivi mancati. Ma non solo, perché aiutano anche a individuare opportunità di miglioramento: definire modelli di acquisto più adeguati; capire quando usare strategie lean o agile; sapere quali siano stati i prezzi praticati; identificare i fornitori più affidabili e competitivi; valutare l’opportunità di concentrare un acquisto sul miglior fornitore o distribuirlo su più fornitori per mitigare i rischi di fornitura. Questi sono gli elementi che aiutano il buyer a creare dei benchmark e a spuntare il miglior prezzo in fase negoziale, spesso più basso di quello praticato nelle forniture passate.
Fonte: Achilles