Andrea Orlando, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha dichiarato intervenendo alla presentazione della Relazione annuale dell’INAIL,”Un’occasione importante per riflettere sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sul numero inaccettabile di vittime sul lavoro che il nostro Paese piange”.
Aggiungendo, “Il rischio di incidenti cresce nelle imprese piccole e dove il lavoro è più precario – ha proseguito il ministro –; quindi una riflessione seria sulla precarietà del lavoro è fondamentale. Ritengo che la sicurezza sia fortemente connessa al modello di competizione che un Paese sceglie. Non credo che il nostro possa permettersi di competere nel mondo semplicemente con una riduzione dei costi e in particolare con una riduzione del costo del lavoro”.
Questa è una strategia che è stata adottata per diminuire gli eventi infortunistici sul luogo di lavoro, motivo principale che ha portato ad un incremento dell’organico dell’Ispettorato nazionale del lavoro INL. “Dal primo aprile scorso sono stati assunti 177 funzionari amministrativi e dal primo settembre prossimo prenderanno servizio 691 nuovi ispettori del lavoro e 301 funzionari amministrativi. Inoltre in seguito verranno assunte ulteriori 900 risorse”. In forte crescita ed espansione per garantire e trasmettere più sicurezza in ambito lavorativo.
Il ministro Orlando conclude; “Purtroppo ancora sono molte le vittime che vediamo in ambito lavorativo, per questo abbiamo presentato il Rapporto 2021 che registra una crescita degli infortuni, con una individuazione delle cause che non ci consentono più di parlare di morti bianche, tantomeno di fatalità. Sappiamo quali sono le cause e abbiamo il dovere di combatterle. Spero che il prossimo esecutivo prosegua il lavoro fatto finora: oltre al potenziamento dell’INL abbiamo infatti raddoppiato e anche triplicato, in alcuni settori, le ispezioni, oltre ad aver introdotto strumenti nuovi per verificare l’effettiva congruità della mano d’opera utilizzata. Tutto questo va implementato, proseguendo nel percorso di potenziamento delle banche dati, affrontando le ragioni strutturali del fenomeno, con politiche industriali adeguate e contrastando la precarietà del lavoro”.
Fonte: GOV