Sono 102 i capoluoghi di provincia presi in considerazione dall’Oms per lo studio sulla qualità dell’aria, di questi nessuno rispetto i valori limite per l’inquinamento atmosferico previsti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Questo è quanto risulta dal rapporto di legambiente. Tra i 102. Capoluoghi di provincia, 17 hanno i valori più del doppio di polveri sottili rispetto al limite consentito.
La città’ italiana prima in classifica, con la peggiore aria ed il maggior inquinamento è Alessandria che nel 2021 ha registrato valori superiori più del doppio rispetto a consentito dall’Oms – 33 µg/mc rispetto ai 15 µg/mc consentiti.
Alessandria è subito seguita da Milano con 32 µg/mc, Brescia, Lodi, Mantova, Modena e Torino con 31 µg/mc.
Tredici città sono le più inquinate dal biossido di azoto (NO2) e superano di 3 volte il limite.
A rispettare i limiti di inquinamento atmosferico previsti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità solo pochissimi capoluoghi di provincia quali: Caltanissetta, La Spezia, L’Aquila, Nuoro e Verbania).
In merito a questo rapporto legambiente ha dichiarato “l’urgenza di ripensare e ridisegnare in prima battuta le aree metropolitane, gli spazi pubblici urbani e la mobilità sostenibile, sempre più intermodale, in condivisione ed elettrica”.
La ricerca effettuata da Epimed, il Centro di Epidemiologia e medicina preventiva dell’Università dell’Insubria, relativo alla popolazione adulta della città di Varese seguita dal marzo 2021 ha segnalato un aumento del 5% nel tasso di infezione per incremento di un microgrammo/metrocubo di PM2.5.
Secondo le ricerche del WWF chiede un accordo globale con l’ONU. Secondo il wwf considerati questi ritmi fra meno di 30 anni negli oceani ci sarà il quadruplo della plastica.
Eva Alessi, responsabile sostenibilità WWF Italia ha dichiarato “Tutti i dati suggeriscono che la contaminazione da plastica dell’oceano sia irreversibile. Agire a monte dell’inquinamento da plastica è molto più efficace che ripulire in seguito. Solo agendo ora all’uniscono i governi, il mondo produttivo e la società potranno limitare la crisi planetaria della plastica”.
Fonti: Ansa.it; Rinnovabili.it; IlGiorno.it