Lo scorso agosto una donna, operaio di 41 anni, Laila El Harim, e’ morta a Camposanto, provincia di Modena, schiacciata da una fustellatrice mentre lavorava in un’azienda specializzata nella produzione di cartone per packaging..
La macchina incriminata era provvista di doppio blocco di funzionamento meccanico, ma azionabile solo manualmente da parte dell’operatrice.
Il compagno aveva dichiarato “Leila era esperta, sapeva ciò che faceva: ci eravamo conosciuti sul lavoro […] dieci anni fa […] e lei già allora aveva la stessa mansione nel reparto fustellatura. Da due mesi aveva iniziato a Camposanto e aveva un ruolo di maggiore responsabilità ma le piaceva tanto […]”.
Era subito stato subito indagato il legale rappresentante dell’azienda. Ad oggi, dopo 6 mesi di indagini è stato dichiarato omicidio colposo aggravato in concorso a carico del fondatore dell’azienda e del delegato alla sicurezza. Sono state contestate una serie di omissioni nella valutazione del rischio, requisiti di sicurezza e mancata formazione dell’operaia.
Nel chiudere le indagini sulla morte di Laila El Harim, la PM Angela Sighicelli sottolinea la presenza di pareggiatori in gomma da regolare manualmente non previsti e l’assenza di una protezione prevista.
Fonti: Ansa.it; LaStampa.it